MARVELIT presenta
&
In:
Chi è più forte tra.... ( 2° parte)
Di
Carmelo Mobilia e Igor Della
Libera
Dopo l'impatto con il
pavimento Deadpool non aveva perso i sensi. Stava nel buio aspettando la mossa del
suo avversario. Il suo fattore di guarigione aveva già sistemato le ossa della
schiena e stava occupandosi dei lividi nascosti sotto il suo costume. La notte
artificiale venne spazzata via da una luce fortissima. Si alzò di scatto e
disse.
<No Mamma, non voglio
andare a scuola...no, la persiana nooo…>
I suoi occhi si abituarono
lentamente a quella nuova condizione e quando le ultime macchioline brillanti
sparirono pensò che quello che vedeva fosse ancora dovuto alle sue pupille balbettanti.
Si tirò su e andò verso la
figura davanti a lui.
Si trattava di Cage con i
pugni piantati nei fianchi. Indossava una camicia sgargiante gialla che
esaltava i suoi muscoli e la vita era circondata da una catena.
<Cage? Sei tu? Lo sai che
il giallo fa risaltare di più la tua abbronzatura? Anche la catena…. un vero
tocco di classe. Chiaramente una critica alla schiavitù del tuo popolo. Non
dici niente? Ancora arrabbiato per quello che è successo nel tuo ufficio?>
Deadpool non vide nemmeno
arrivare il pugno, lo sentì però quando incocciò il suo mento e lo mandò in
aria. Ricadde ai piedi di Cage che non si scompose. Si aggiustò la mandibola
producendo un rumore di ossa in movimento.
<Pari? E' evidente che
entrambi siamo stati ingannati da qualcuno al solo scopo di portarci qui.
Senti, non posso fare io la parte di quello intelligente, uscirei troppo dal
mio personaggio. Ci vivo con il mio personaggio. >
Cage lo caricò a testa bassa
come un rinoceronte, questa volta Deadpool lo usò come una cavallina e lasciò
che finisse la sua corsa contro la parete.
< Ehi!Tu non sei Cage!
Nessuna battuta retorica? Neanche un asterisco per coprire gli insulti? Oppure
ti hanno fatto il lavaggio del cervello? Uh, puoi anche essere uno Skrull…>
Mentre parlava Cage si rimise
in piedi, si tolse i calcinacci del muro dalla testa e dalle spalle e preparò
un nuovo attacco.
<Aspetta, sto vagliando
tutte le possibilità. Cosa ho dimenticato? Un... clone? Vieni da un futuro
alternativo dove sono tornati di moda gli anni 70?>
Deadpool rimase fermo mentre
il suo avversario si avvicinava, le dita di Cage si chiusero in un pugno che
fremeva aspettando il momento in cui sarebbe scattato come una molla verso il
mercenario.
Non riuscì nemmeno ad
innescare il colpo perchè qualcosa volò verso di lui scontrandosi con la sua
testa. Cage sembrò aver incassato il colpo, ma poi la testa si piegò
all'indietro e il collo si squarciò liberando dei cavi che emettevano
scintille. Vicino a lui c'era l'oggetto che l'aveva fermato. Era uno di quei
zainetti a razzo.
<Che stupido che sono! Ho
trascurato la cosa più facile: un robot! Un automa con le sembianze del mio
amico Cage e un abito improponibile.>
<Noi non siamo amici, e
quando questa strana storia sarà finita riprenderemo da dove abbiamo lasciato
nel mio ufficio.>
Deadpool si voltò, ma già
sapeva chi aveva lanciato quel pezzo di metallo e adesso stava parlando con
lui, mascherando a stento la rabbia e il fastidio per quella situazione.
<Che robot hanno scelto
per te?>
Cage gli puntò contro il
dito.
<Una specie di Wonder Man,
con una tutina verde e dei razzi sulla schiena. >
<Andando avanti così ci
toccherà un Hulk rosso. O chi ci ha catturato non ha buon gusto o non voleva
pagare i diritti.> Replicò Deadpool andando dal suo compagno di sventura.
<Tra noi due il pazzo
psicopatico sei tu, quindi sei anche il più adatto a dirmi cosa cazzo sta
succedendo>.
<La mia idea è più pallida
di un vampiro classico senza brillantini.>
<Quindi non ci resta che
aspettare che chi ci ha trascinati qui esca allo scoperto. Cristoforo Colombo,
come odio queste situazioni, quanto ti prudono le mani e non sai come fartele
passare!> Guardò verso Deadpool che mise le braccia avanti:
< So a cosa stai pensando,
ma è evidente che abbiamo superato la parte dell'incomprensione e adesso
dobbiamo fare team up. Abbiamo anche superato quella in cui dico che l'abbiamo
superata.> Deadpool fermò la parlantina solo per qualche istante poi cambiò
argomento,
<Chissà perchè hanno
vestito il tuo robot in quel modo osceno? Hai qualche idea? Forse è uno che ha
la fissa di travestire gli eroi. Chi sarà il prossimo Capitan America con il
tutù? Iron Man con le ghette? Howard il Papero come...Howard il Papero>
Cage tacque cercando di non
guardare il robot con la testa penzolante. Troppi ricordi gli tornavano alla
mente. Tutti di un tempo più facile e felice dove il suo ufficio era sopra un
cinema che proiettava vecchi film e davvero il suo look era quello del robot. E
a lui piaceva pure, in quanto era ispirato al suo cantante preferito, Jimi
Hendrix.
Deadpool aveva la testa
infilata nel buco che Cage aveva fatto nella parete per passare dalla sua
stanza a quella del Mercenario. La ritirò.
<La tua prigione era più
spaziosa, avevi anche le mentine e le saponette sotto il cuscino? Mi lamenterò
con la direzione.>
Cage sbuffo.
<Basta con queste cazzate,
io me ne vado! Non mi interessa chi sia dietro a questa pagliacciata.>
<Non così in fretta, mister Cage!> la voce provenne da un
altoparlante nascosto.
<Di bene in meglio… sei
uno di quelli che si nasconde dietro le sue stronzate meccaniche e le voci
finte. Dovevo immaginarlo da uno che manda un robot spruzza gas a fare il
lavoro sporco.>
<Più duro della tua
pelle vedo. Ottimo. So che sei curioso di sapere chi ti ha intrappolato. No problema. >
Una parte della parete si
mosse mostrando uno schermò. L'immagine sfarfallò un po' prima di stabilizzarsi
sul volto sorridente e biancastro di Arcade.
<Eccomi qui! Contento?>
<Ti conosco... sei quel
pazzoide che si fa chiamare Arcade. Misty Knight mi ha parlato di te. Non sei
altro che una mezza sega che si spara le sue da dietro un monitor.>
Arcade trascurò quella
battuta e le sue mani guantate entrarono nello schermo mostrando due action
figure di Cage e Deadpool.
<Vi starete chiedendo perchè sete qui. Presto
detto: siete in competizione, tu e quel pagliaccio mascherato.> Iniziò a giocare con i pupazzi facendoli
sbattere l'uno con l'altro come farebbe un bambino. < La gara è semplice. Vince chi uscirà da qui per primo. Ah, e se ve
lo state chiedendo, no, queste meraviglie non sono in commercio; le ho fatte
fare io!>
Deadpool smise di colpo di
fare il suono del registratore di cassa.
<Peccato. Visto come è
andata con Jenkins mi servivano un po' di soldi.>
<Di mr. Jenkins non te ne devi più preoccupare.> la voce
meccanica di Arcade fu seguita dal boato di un esplosione. Poi dalla stessa
botola da cui cadde Wade piovvero dei pezzi di rottami, non per ultima la testa
meccanica di “Jenkins”.
<E visto che conosco la tua carota, avrai il doppio se riuscirai ad uscire di qui prima di lui.> Non
lasciò spazio a risposte e continuò, l'immagine tornò per un attimo a muoversi.
< La gara consiste in due fasi, nella prima
verranno messe alla prova l'invulnerabilità di Cage e le capacità di guarigione di Deadpool. Quale potere sarà più
utile? Se doveste malauguratamente farcela entrambi ci sarà il finalone e da lì
solo uno di voi uscirà con le sue gambe.>
Su queste parole si aprì
una porta sul fondo e sul pavimento si disegnarono dei passi luminosi che
andavano nella sua direzione. Deadpool si mise a correre precedendo Cage oltre
la soglia. Qui il buio durò il tempo di oltrepassarla e poi i due si trovarono catapultati dentro un
tendone da circo. Gli spalti erano occupati da ologrammi. Tutti avevano la
faccia di Arcade. I due eroi in vendita si misero spalla contro spalla. Una
musica circense si sparse nell'aria e
poi inconfondibile la voce di Arcade riempì quella strana scenografia.
<Benvenuti signori e signori alla rivincita
dei Freak!>
La musica si stoppò ed
iniziò a comparire dal fondo una proboscide. Si muoveva nell'aria mentre zampe
di elefante scuotevano il pavimento ad ogni passo. Quando la creatura comparve
alla luce la proboscide si allungò verso l'alto ed emise un barrito spaventoso.
Era un uomo elefante che teneva tra le mani un martello simile a quello di Thor
e indossava un costume in tutto e per tutto simile quello del dio asgardiano.
<Ecco a voi Elephant Thor, l'elefante del
tuono e non solo per i suoi problemi di stomaco.> annunciò Arcade mentre l'essere grottesco
sollevava la sua arma come avrebbe fatto il Vendicatore. Cage per una volta tacque, Deadpool invece
scoppiò in una risata che non sembrava del tutto sincera.
<Non è finita qui. Guardate in alto e vedrete
qualcosa su cui i vostri occhi virtuali non si sono mai posati.>
Comparve prima come un
luccichio lontano e poi man mano che scendeva dalla punta del tendone mostrò le
sue orribili fattezze, quelle di un torso umano in armatura di Iron Man che
mulinava le braccia metalliche.
<Iron Bust. Mezza macchina e... basta!!
Scoprirete come la metà possa bastare.>
Deadpool storse il naso.
<Tutto questo mi
rincuora, ci sono fenomeni da baraccone peggiori di me. Chi è il prossimo
Wolverine gallina? She Hulk barbuta?> si avvicinò all'orecchio di Cage e gli
sussurrò <Che è sul podio delle mie
fantasie sessuali. Però la prima è Wasp. >
Cage gli ringhiò addosso.
<Questa situazione è già
abbastanza imbarazzante, senza che ti ci metti pure tu a fare
l’idiota!>
Il mezzo Iron Man affiancò
il bestiale Thor mentre alle loro spalle qualcosa si mosse velocissimo saltando
i due mostri e planando davanti a loro. Era uno scudo con una stella al centro,
la celebre arma di Capitan America, ma a tenerlo era una versione super deformed dello scudiero. Parlò con
una vocina fastidiosa.
<Libertà per i piccoli!>
<Lo so, non sono riuscito a trattenermi
dall'inserire alcune frasi nel micro Cap. Comunque non sottovalutatelo solo
perchè non si vede dietro la sua arma. Scoprirete che le dimensioni spesso non
contano.> precisò Arcade.
Deadpool si preparò allo
scontro mettendosi in posizione da pugilato.
<Per parlare così si
vede che non hai una ragazza, Arcade. Diamo inizio al picchiaduro o bisogna
mettere una monetina?>
In risposta al mercenario
con la bocca i tre robofreak si
lanciarono all’attacco. Luke andò alla carica del “Thorfante” mentre Iron Bust e mini Cap s’accanivano su Deadpool
colpendolo alternativamente, il primo caricandolo di fronte e l’altro
saltandogli addosso.
<Ehi! Tu sei più alto e
più grosso di me eppure sono io e che me la devo vedere contro due! Ti pare
giusto?>
<Vuoi… chiudere il
becco? Ho il mio da fare qui!>
Luke aveva le mani giunte a
quelle del suo avversario in una prova di forza. Con l’ausilio della sua
proboscide il freak impugnò la suo copia di Mjolnir
e martellava lo martellava sulla fronte. Da sopra gli spalti, in quella che
era la “tribuna VIP” Arcade e Headhunter discutevano sui rispettivi campioni.
La donna era convinta della sua scelta e non solo dal modo con cui Cage mulinava
i suoi colpi.
<Guarda Cage… tutti quei
colpi e non batte ciglio. Quello si che
è un vero osso duro … e guarda quei bicipiti, sono così gonfi che sembrano sul
punto di scoppiare.
Arcade intervenne misurando
pochi cm d'aria con il pollice e l'indice.
<Lo sai cosa dicono di
quelli muscolosi, sotto la tartaruga niente>
<Vedrai che tra pochi
minuti ridurrà quel tuo obbrobrio in poltiglia.>
<Ah sta calma mia cara
chioma rossa. Deadpool se la sta vedendo
contro due avversari contemporaneamente, e non sembra minimamente cedere. Sta a
vedere …>
Deadpool con una rapida
mossa si libero del microcap e prese la copia del suo scudo per proteggersi dai
colpi dell’Iron Man decapitato. Prese il suo uzi e scaricò il caricatore nel
foro in cui avrebbe dovuto avere la testa, mandandolo in pezzi. Poi con una
veloce virata lanciò lo scudo contro il legittimo proprietario, decapitandolo.
<Ah! “When
Captain America throws his mighty shield…” (1)
> canticchiò Deadpool, in segno
di trionfo. Si girò verso Cage e lo con in mano il martello accanirsi sul
quello che rimaneva della testa dell’elefante.
<E ora usciamo di qui, e
non appena trovo quell’idiota di Arcade gli ficco questo coso su per il …>
<Moderi il linguaggio, mister Cage! La gara non è ancora terminata …
siete rimasti entrambi in piedi, quindi si giocheranno i tempi supplementari!>
Si aprì un enorme porta e
quello che vi uscì lasciò senza parole persino Deadpool: l'ultima fase
riguardava l’affrontare una copia più piccola del robot Red Ronin (2).
<Ed ecco a voi l’orgoglio della tecnologia nipponica … il favoloso Red
Ronin!>
<”Red” Ronin?? RED? Ma
non lo vedi che è arancione?? Ma dove l’hai preso, al discount?>
<A dire la verità l’ho
acquistato su ebay vincendo un’asta
contro un tale di Pasadena che si firmava “Sheldor
il conquistatore” (3). Ma non
soffermarti sui dettagli … vi assicuro che è altrettanto letale!> Il robot
emise una specie di raggio termico dagli occhi che mandò al tappeto Cage,
provocandogli lancinante dolore la petto.
<Aaaaahiaaa! Merda, fa
male!>
<Figo! È come
Mazinga!> esclamò Deadpool mentre con le sue acrobazie evitava di venire
colpito come il suo improvvisato socio.
<Mi sa che questa volta
il tuo favorito ha trovato pane per i suoi denti, che dici?>
<Aspetta a gongolare,
Arcade. Cage è già in piedi.>
L’’eroe in vendita” infatti
sembrava voler rendere la pariglia al robottone, tempestandogli di pugni la
gamba, ma questi non pareva farci troppo caso, concentrando la propria
attenzione a Wade Wilson, che veniva spiaccicato contro una parete da un pugno.
Solo allora degnò di attenzione Luke,
colpendolo prima con un calcio e provando a schiacciarlo sotto la sua
suola. Facendo appello a tutta la sua forza Luke cercava di opporgli
resistenza.
<Dai Luke, resisti!
Fallo cadere! Se rimani in piedi avrò vinto!> gridò entusiasta Headhunter.
<No, no! Dai Orange
Ronin, finiscilo! Calpestalo, dai!> urlò in contrapposizione Arcade.
Presi dall’entusiasmo non
si accorsero della presenza alle loro spalle di Deadpool.
<Ehilà Miss Dronio e Boyakki! Dove lo avete lasciato a Tonzula? (4)> così dicendo li trafisse alla testa con le
sue katane, ma anziché uscire fiotti di sangue emisero scintille e scariche
elettrice.
<Ma non mi dire …
l’esperto di robot, che ci ha attirati qui con un robot, che ci ha fatto
assalire da dei robot in realtà è… un robot??? Chi lo avrebbe mai detto?>
Nello stesso momento Cage
riuscì a fare perdere l’equilibrio al colosso meccanico, mandandolo gambe
all’aria.
<Ehi pezzo d’idiota!
Pigia quei tasti e spegni ‘sto coso!>
<OOOOOOOOK ….
Allora vediamo …> sparò sulla console
facendola a pezzi. Orange Ronin si spense come un bambolotto a cui vengono
tolte le pile.
In breve i due uscirono dal parco giochi trovandosi in quello di
New York.
<Primo! Sono uscito da qui prima di te, quindi mi spetterebbe
il doppio del compenso, dico bene? Ehi comunque devi riconoscere che abbiamo
lavorato bene in squadra … come in “The
Brave and the Bold”! Senti questa proposta: potremmo rimettere su gli “Eroi in
Vendita” io e te … tu potresti tornare ad indossare la tua camicia gialla e io
potrei indossare il costume del tuo amico Iron Fist… tranne per le ballerine
gialle che aveva ai piedi … ehi! Ma mi ascolti?>
Ma Cage lo ignorava, voltandogli le spalle e andando per la sua
strada.
<Dai Luchino, che ne pensi?>
<Stammi a sentire, te lo dico una volta sola: se mi capiti
un’altra volta davanti io ti faccio a pezzi, fattore rigenerante o meno! Sono
stato chiaro?> gli disse a muso duro.
<Ehiiiiiiii
non ti scaldare… l’accoppiata bianco/nero funziona da sempre, è un classico!
Pensa a Cap e Falcon…. o a Mandrake e Lothar, Martin Riggs e Roger Murtaugh,
Vincent Vega e Jules Winnfiled…> andò avanti per più di mezz’ora fino a
quando Luke non gli ruppe la mascella con una gomitata.
Epilogo
Stavolta la location scelta
da Arcade era una spiaggia tropicale. Una grossa lampara abbronzante posta sul
soffitto simulava il sole. Lui era
sdraiato su di un lettino a pancia sotto, fumando un grosso sigaro mente una
She Hulk robotica gli spargeva della crema solare sulle spalle. Headhunter in
bikini era stesa su di una sdraio, sorseggiando un martini mentre nientemeno
che una copia di Magneto le massaggiava delicatamente i piedi.
<Allora Arcade… dobbiamo
considerare la nostra sfida un pareggio?>
<Mmmmm … Deadpool è
entrato nella sala e ci ha “uccisi”… tecnicamente avrebbe vinto lui…>
<Ma ha potuto farlo solo perché Cage gli ha fornito l’occasione attirando
l’attenzione del robot…>
<Giusto.
Pur malvolentieri devo riconoscere che hai ragione. Scommessa annullata?>
<Io
rilancio. te ne voglio proporre un’altra.>
<Che
hai in mente?>
<Una
gara di velocità. Il mutante Quicksilver contro l’eterno Makkari. Il giro del
mondo in 80 minuti. Che mi dici?>
Arcade
elargì un sorriso a trentadue denti.
<Che
dico mia cara? Dico che ci sto….>
Fine.
Le Note
1 = Le parole di questa canzone sono
quelle della sigla del cartoon del 1966 dedicato al Capitano.
2 = Sono certo che tutti sapete chi è Sheldon Cooper di The Big Bang Theory, Vero?
3 = Red Ronin è un gigantesco
robot (un “mecha”) dell'universo Marvel Comics.
creato dallo sceneggiatore Doug Moench e artista Herb Trimpe sulle
pagine della serie Godzilla, ispirato ai robottoni nipponici di grande successo
tipo “Mazinga Z”.
4= Il Trio Drompo, composto dalla bella Miss
Dronio, l’allampato Boyakki e il forzuto Tonzula sono i cattivi della serie
animata giapponese Yattaman trasmessa
anche in Italia negli anni 80.